LE PIETRE ITALIANE CONTRO LA RECESSIONE DA COVID-19

E’ il caso di dire che stiamo lentamente arginando il problema dell’emergenza da SARS tipo COVID-19 ma dobbiamo constatare che proporzionalmente a questa vittoria, inizia a prendere corpo una grande sconfitta, quella economica.

Abbiamo tenuto duro per ben 2 mesi, abbiamo serrato le nostre attività, laboratori e magazzini, tutto per arginare un virus invisibile e ci saremmo aspettati un supporto concreto, sempre decantato dal Presidente Giuseppe Conte, addirittura quale “POTENZA DI FUOCO” ed ora ci si ritrova (i più fortunati) con qualche dipendente in cassa integrazione in deroga e per qualche artigiano già precedentemente in grosse difficoltà, con un versamento di €600,00.

Tutto il peggio che ci possiamo aspettare, deve ancora venire, purtroppo!

Dovremo ripartire e spingere con le nostre forze questo mondo ormai fermo e dovremo aspettarci che la normalità per lo Stato è già arrivata, si chiama FASE2 ma attenzione è solo la fase preliminare al ritorno alla normalità per loro, per INPS, INAIL, AGENZIA DELLE ENTRATE, TASSE ecc. ecc. e saranno puntuali, precisi, troveranno il modo di recuperare sulla nostra pelle il ritardo o i vantaggi che hanno dovuto obtorto collo riservarci nei mesi scorsi.

Mi direte, cosa c’entra tutto questo con la pietra italiana? Vi rispondo che essendo io un operatore del settore lapideo ovviamente per me c’entra e come, la ripartenza dipenderà solo da noi! Certo qualche grande Azienda di Import Export contraddirà ciò che scrivo qui e avrà le sue ragioni, ma io sono fermamente convinto delle mie e se tutti noi provassimo a proporre, comperare e lavorare PIETRE ITALIANE, forse la ripresa sarebbe più veloce e anche più localizzata al nostro Paese.

E’ un’auspicio che indirizzo a tutti i miei colleghi, ma sopratutto agli Architetti ed ai grandi Studi di Architettura che si occupano di “contract” e che spesso prendono vita in Italia, girano per il globo e poi finiscono in qualche villone o ufficio di qualche magnate Russo, Americano o di qualche altro Paese.

Dovremmo riscoprire, come per il paesello l’alimentari sotto casa e il macellaio di bottega, le pietre del territorio senza cercare l’oro lontano da casa. Abbiamo le cave di Travertino, il Marmo di Carrara, il Trani, la Pietra Serena, il Peperino, la Pietra Vicentina, l’Ardesia, il Coreno e molti, moltissimi altri materiali che insieme possiamo rilanciare e provare a riproporre anche, se necessario con una rivisitazione del prezzo per difetto, ma certamente utile e darebbe una spinta alla ripresa in termini economici ma sopratutto (non da sottovalutare) occupazionali.

Lo Stato dovrebbe emanare LEGGI che promuovano e sostengano l’utilizzo di materie prime ITALIANE, ne trarrebbe anche lui benefici diretti. Non è possibile derogare al sistema Bancario le sole “garanzie” per quanto di grande misura possano essere, questo NON darà linfa perché un debito, per quanto lungo sia dilazionato e per quanto tempo di ammortamento abbia, è sempre un debito. Quindi cari colleghi e amici italiani, del nostro settore o di altri settori, ci attendono tempi durissimi e non so come e se ne usciremo, PROVIAMO A LAVORARE PIETRE ITALIANE PER SCONFIGGERE LA RECESSIONE e Buona Fortuna a tutti noi!

di Pierluigi Ianiri

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